s
shop

I nostri libri

La separazione del mondo: da I Persiani di Eschilo alla tragedia delle grandi potenze

18,00 

La hybris dei Persiani narrata da Eschilo e la anánkē di Tucidide attraversano i secoli e trovano eco nelle dinamiche odierne: quando una potenza emergente sfida l’egemone, l’equilibrium si incrina e il rischio di pólemos cresce. Dal realismo offensivo di Mearsheimer alla «Trappola di Tucidide» teorizzata da Allison, la lezione antica si traduce in dottrina contemporanea: il timore della perdita di supremazia plasma decisioni, genera diffidenze, produce escalation.

Categoria:

Descrizione

La hybris dei Persiani narrata da Eschilo e la anánkē di Tucidide attraversano i secoli e trovano eco nelle dinamiche odierne: quando una potenza emergente sfida l’egemone, l’equilibrium si incrina e il rischio di pólemos cresce. Dal realismo offensivo di Mearsheimer alla «Trappola di Tucidide» teorizzata da Allison, la lezione antica si traduce in dottrina contemporanea: il timore della perdita di supremazia plasma decisioni, genera diffidenze, produce escalation.

Oggi l’Ucraina rappresenta il punctum crucis di questa logica. Il ritorno della guerra convenzionale ha dissolto la fiducia nella pax mercatoria, mostrando come Mosca riaffermi con la forza il proprio ruolo nello spazio post-sovietico. Il conflitto diventa banco di prova di una crisi dottrinale europea: la convinzione che l’interdipendenza economica potesse sterilizzare la logica di potenza si è rivelata un’illusione, sostituita dalla consapevolezza che il phobos strategico e la volontà di dominio restano motori centrali delle relazioni internazionali.

Parallelamente, il Medio Oriente costituisce un laboratorio complementare. Non è un solo egemone a riaffermarsi, ma un mosaico di potenze regionali, dall’Iran alla Turchia fino all’Arabia Saudita, che sfruttano instabilità e conflitti per erodere equilibri consolidati. Il vacuum strategico, aggravato dal disimpegno selettivo delle potenze esterne, alimenta rivalità, ricalibra alleanze e accende nuove forme di competizione. Qui la logica tucididea si manifesta come tensione plurale, fatta di equilibri incerti e di continue ridefinizioni del potere.

Infine l’Asia si erge come il teatro decisivo. La competizione tra Stati Uniti e Cina incarna in forma radicale la logica di Tucidide: un’egemonia globale consolidata che tenta di contenere l’ascesa del rivale, il quale avanza con strumenti economici, tecnologici e militari. Qui si concentra la vera posta in gioco dell’ordine internazionale, poiché la rivalità tra Washington e Pechino ridisegna alleanze, divide catene del valore e impone scelte strategiche anche a chi vorrebbe restare neutrale.

Europa, Medio Oriente e Asia appaiono così come tre paradigmata della medesima tragedia geopolitica: riaffermazione violenta, ascesa regionale e sfida globale. La costante resta identica: phobos e ambizione, timore e volontà di supremazia.

La domanda rimane sospesa, tra Eschilo e Tucidide, tra le mappe della strategia e le ferite dei conflitti: quale phronesis potrà evitare che la dinamica antica diventi destino contemporaneo?

Via Tazzoli 81, Caserta +39 0823 302443 info@edizionieiffel.com